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Capezze, hackamore, filetti, morsi e speroni. Aiuti o.....
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Autore Messaggio
hevonen
Cavallo


Registrato: 07/02/07 18:32
Messaggi: 300
Località: Modena

MessaggioInviato: Lun Ott 18, 2010 19:42    Oggetto: Rispondi citando

Io monto 5 cavalli ognuno con caratteristiche diverse,però tutti e 5 nel lavoro in piano e in passeggiata utilizzo una testiera senza imboccatura (la bitless) e mi sono trovata bene fin dall'inizio. In gara invece utilizzo un filetto snodato molto dolce solo per avere un miglior controllo da parte del cavallo in questi momenti in cui la tensione è alle stelle,ma sempre con dolcezza.
Gli speroni li indosso sempre in campo ma li uso solo in casi di necessita (quindi poche volte),e sempre a goccia.
Il frustino lo uso generalemente solo per uno dei 5 cavalli che è un pigrone e ogni tanto deve venire incitato perchè altrimenti si addormenta,ma sempre con garbo e mai in modo violento.
La frusta non l'ho mai usata,non giro neanche mai i cavalli alla corda perchè io personalmente ritengo che sia una cosa inutile (tranne nei casi in cui non si è possibilitati a montare il cavallo).
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Laco
Cavallo


Registrato: 10/07/07 11:47
Messaggi: 250
Località: Pavia

MessaggioInviato: Ven Ott 22, 2010 09:45    Oggetto: Rispondi citando

jenevive ha scritto:
Io sono una ragazza che ha avuto il coraggio e l'occasione di vedere un cavallo da vicino a trent'anni, ma a cui sono bastati pochi mesi, per sentire che non avrei più potuto vivere senza. Sono una novellina e tento di far tesoro degli insegnamenti che posso cogliere da chi ha più esperienza di me, ho iniziato e sono rimasta, in un centro dove si pratica la monta americana e quando posso, seguo dei corsi base della Scuola Italiana di Horsemanship. Ho fatto le prime lezioni, in maneggio, montando qualche cavallo in filetto, morso, martingala e speroni, poi ho deciso di comprare un cavallo e nel frattempo ho conosciuto i metodi della Scuola Italiana di Horsemanship. Il mio cavallo è uruguayano, quando è arrivato da me era talmente diffidente da non permettermi di andare oltre la sua spalla sinistra, a destra non c'era il verso di avvicinarmi nemmeno più avanti del muso, si rigirava in continuazione, per non avermi a fianco, fece una fuga di 3 giorni, 2 ore dopo essere arrivato e fu ferrato con le balze la prima volta. Ammetto di aver pensato che avevo fatto una cavolata enorme a prenderlo, ero contornata da persone che avevano tanta esperienza ( o presunta, come ho poi capito, succedere spesso nel mondo dei cavalli) che mi dicevano " il tuo cavallo ha ottime potenzialità, quel che devi fare è fargli capire chi comanda, se "scapa" metti martingala, non cambiare l'imboccatura a cui è abituato (chiaramente un morso), usa i speroni perchè lo renderai più veloce nelle manovre e se non basta metti il chiudibocca e fagli capire chi comanda". Ho iniziato a montarlo con un morso, avevo fatto un paio di corsi avvicinandomi all'horsemanship, troppi pochi, per un'imbranata come sono io! Imbranata perchè possiedo una dote naturale a cavallo, stavo imparando a interagire con lui, a usare bene l'attrezzatura, a correggermi nell'assetto, ma essendo, ansiosa, frenetica, un po' brusca nei modi di fare...bhè no, non ho doti naturali. La svolta è arrivata quando ho capito che il mio cavallo non aveva problemi, ero io ad averne, perchè non mi fidavo di lui, perchè non lo avevo capito, non avevo capito che bastava una mano ferma e rassicurante sulla sua groppa, per poter andare oltre i suoi anteriori e girargli dietro, senza che si impaurisse e non avevo avuto abbastanza fiducia per prendergli i posteriori tranquillamente, senza agitarlo, per lasciarmeli e non avevo capito che non aveva bisogno di un morso per fermarsi. Decisi di appendere le imboccature al chiodo e montarlo in capezza e lui ha smesso di scapare, di andare avanti appena salivo, di sospirare ansiosamente. Dopo qualche giorno passato presso la struttura della Scuola Italiana di Horsemanship, mi resi conto di aver lavorato sopratutto su me stessa, grazie all'aiuto di persone che stimo moltissimo. Ho imparato che per comunicare con il mio cavallo, non mi servono morsi, speroni, martingale, chiudibocca ecc... Serve il mio corpo, la mia testa e la mia anima. Ascolto sempre chi ha più esperienza di me, non sono certo una che monterebbe qualsiasi cavallo in ogni situazione, ma se devo uscire fuori dal maneggio, con un altro cavallo che non sia il mio, bhè...io preferisco uscire con un sottosella, una sella, un pettorale e la capezza, dopo un po' di lavoro da terra. Non faccio gare, quel che mi interessa è riuscire a comunicare con il cavallo che ho di fronte.


Complimenti, hai capito rapidamente una cosa che molti non capiscono neanche dopo 30 anni di equitazione: lavorare coi cavalli significa prima di tutto lavorare su se stessi.
L'atteggiamento è quello giusto.
Very Happy
ciao
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Laco
Cavallo


Registrato: 10/07/07 11:47
Messaggi: 250
Località: Pavia

MessaggioInviato: Ven Ott 22, 2010 09:51    Oggetto: Rispondi citando

jenevive ha scritto:
Io sono una ragazza che ha avuto il coraggio e l'occasione di vedere un cavallo da vicino a trent'anni, ma a cui sono bastati pochi mesi, per sentire che non avrei più potuto vivere senza. Sono una novellina e tento di far tesoro degli insegnamenti che posso cogliere da chi ha più esperienza di me, ho iniziato e sono rimasta, in un centro dove si pratica la monta americana e quando posso, seguo dei corsi base della Scuola Italiana di Horsemanship. Ho fatto le prime lezioni, in maneggio, montando qualche cavallo in filetto, morso, martingala e speroni, poi ho deciso di comprare un cavallo e nel frattempo ho conosciuto i metodi della Scuola Italiana di Horsemanship. Il mio cavallo è uruguayano, quando è arrivato da me era talmente diffidente da non permettermi di andare oltre la sua spalla sinistra, a destra non c'era il verso di avvicinarmi nemmeno più avanti del muso, si rigirava in continuazione, per non avermi a fianco, fece una fuga di 3 giorni, 2 ore dopo essere arrivato e fu ferrato con le balze la prima volta. Ammetto di aver pensato che avevo fatto una cavolata enorme a prenderlo, ero contornata da persone che avevano tanta esperienza ( o presunta, come ho poi capito, succedere spesso nel mondo dei cavalli) che mi dicevano " il tuo cavallo ha ottime potenzialità, quel che devi fare è fargli capire chi comanda, se "scapa" metti martingala, non cambiare l'imboccatura a cui è abituato (chiaramente un morso), usa i speroni perchè lo renderai più veloce nelle manovre e se non basta metti il chiudibocca e fagli capire chi comanda". Ho iniziato a montarlo con un morso, avevo fatto un paio di corsi avvicinandomi all'horsemanship, troppi pochi, per un'imbranata come sono io! Imbranata perchè possiedo una dote naturale a cavallo, stavo imparando a interagire con lui, a usare bene l'attrezzatura, a correggermi nell'assetto, ma essendo, ansiosa, frenetica, un po' brusca nei modi di fare...bhè no, non ho doti naturali. La svolta è arrivata quando ho capito che il mio cavallo non aveva problemi, ero io ad averne, perchè non mi fidavo di lui, perchè non lo avevo capito, non avevo capito che bastava una mano ferma e rassicurante sulla sua groppa, per poter andare oltre i suoi anteriori e girargli dietro, senza che si impaurisse e non avevo avuto abbastanza fiducia per prendergli i posteriori tranquillamente, senza agitarlo, per lasciarmeli e non avevo capito che non aveva bisogno di un morso per fermarsi. Decisi di appendere le imboccature al chiodo e montarlo in capezza e lui ha smesso di scapare, di andare avanti appena salivo, di sospirare ansiosamente. Dopo qualche giorno passato presso la struttura della Scuola Italiana di Horsemanship, mi resi conto di aver lavorato sopratutto su me stessa, grazie all'aiuto di persone che stimo moltissimo. Ho imparato che per comunicare con il mio cavallo, non mi servono morsi, speroni, martingale, chiudibocca ecc... Serve il mio corpo, la mia testa e la mia anima. Ascolto sempre chi ha più esperienza di me, non sono certo una che monterebbe qualsiasi cavallo in ogni situazione, ma se devo uscire fuori dal maneggio, con un altro cavallo che non sia il mio, bhè...io preferisco uscire con un sottosella, una sella, un pettorale e la capezza, dopo un po' di lavoro da terra. Non faccio gare, quel che mi interessa è riuscire a comunicare con il cavallo che ho di fronte.


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