Registrato: 27/01/07 08:50 Messaggi: 4817 Località: ROMA
Inviato: Lun Ago 06, 2007 11:51 Oggetto:
ahhhhhhhhhhhhhhh...scusa...ok...
capezza...ehm...si
filetto e morso pure ma anche pelham...
speroni si ma solo in alcuni casi e solo con orlando
la frusta la porto ma è un optional...e la porto solo con orlando mai con etruria...
Registrato: 18/05/07 08:50 Messaggi: 926 Località: Milano
Inviato: Lun Ago 06, 2007 14:20 Oggetto:
in genere uso tutto il materiale in oggetto e cerco di usarlo il più possibile con un fine.
Capezza direi che la utilizzo per trasportare l'equino da una parte all'altra della scuderia, ma nel caso di doma o addestramento la uso per montare puledri al primo cavaliere o cavalli un po' particolari che si oppongono all'imboccatura o la temono.
Uso la capezza tantissimo con cavalli giovani per insegnare la base di tutto ovvero io applico pressione tu la segui anzichè combatterla.
La uso per lavorare a redini lunghe (uso la dually, i due anelli laterali che stanno ai due estremi della nose band di corda sono ottimi per questo lavoro) prima di introdurre l'imboccatura.
Insomma... se non ci fosse la capezza dovrei inventarla, la uso praticamente per tutto...
Il filetto lo uso poi, per lo più uso un filettone dolce snodato o un filetto in gomma morbida ('sta cosa della gomma è nuova anche per me.... nuovo esperimento ma funziona però).
A seconda dei casi, del cavallo e della bocca del cavallo in questione.
Quello che uso poco ultimamente è l'hackamore (a leve corte, barbozzale in cuoio).... usato molto in passato come sostituto dell'imboccatura con cavalli molto nevrili sul salto che con questo tipo di attrezzo diventavano molto più morbidi e si scaldavano parecchio meno.
Dimenticavo.... morsi a leve o briglia usati pochissimo.
Speroni per il lavoro in piano indispensabili, uso speroncini a goccia o tronchetti a seconda dei casi ma non ho mai usato niente di più forte.
Non uso speroni con i puledri almeno all'inizio.
desidero ora descrivere quello che uso io e perchè.
premetto che sono un parelliano e come tale la mia cultura equestre è tipica dei degli stati dell'ovest Americano, la dove i cowboy si chiamano bookaroo e le selle preferite sono quelle wade.
hackamore, filetto, morso, speroni
questi in ordine di tempo sono gli strumenti che uso, il perchè cercherò di spiegarlo qui di seguito.
desidero fare una premessa.
l'utilizzo di questi strumenti e soprattutto il modo in cui si usano, sono dettati da alcuni "principi" molto semplici:
filetto e morso non servono per fermare un cavallo
gli speroni non servono per falo andare
una redine per controllare
due redini per comunicare.
in base a questo quando comincio a montare un cavallo "verde" cioè un cavallo che non ha esperienza alcuna, che si tratti di domarlo ex novo o che sia da riaddestrare alla doma naturale, utilizzo un hackamore naturale ( capezza e redini mecate) non quello meccenico tanto per intenderci.
uso una redine per il controllo cioè se devo rallentarlo o fermarlo uso una sola redine passando per le famose 4 fasi sino alla quarta in questo caso chiedendo una flessione laterale.
quando il controllo ha raggiunto un buon livello e quando la comunicazione a due redini è soddisfacente allora comincio a verificare se il cavallo risponde alle fasi più basse si no a quando non ho più bisogno delle redini cioè quando riesco a girare fermarmi ed andare indietro senza mai toccare le redini, una o due che sia necessaria.
quando non avrò più bisogno delle redini per controllare i movimenti del cavallo allora e solo allora introdurrò il filetto, semplice e snodato con anelli grandi che possano ruotare.
con l'introduzione del filetto si passa ad un livello superiore di comunicazione.
poichè non ho piu bisogno delle redini per controllare i movimenti del cavallo allora il filetto, poichè è in bocca al cavallo mi servirà ad una più sottile comunicazione e sarò quindi in grado di ottenere una maggior precisione e l'inizio della della flessione verticale.
quando tutto questo è a posto allora sarò in grado di introdurre il morso ( a barra rigida con ponte) che mi aiuterà proprio per la sua forma ad ottenere la vera e proria flessione verticale.
Poichè per gli amanti di parelli come spesso nella cultura bookaroo e vaquera non si "calcia" per far andare il cavallo, gli speroni avrebbero poco senso. lo hanno invece per manovre complesse e sopratutto quelle verticali come ad esempio il piaffe o nel lavoro con il bestiame anche qui per una maggior precisione e velocità dei movimanti dove essere un metro in più o in meno di distanza da un vitello può fare la differenza.
usati in questa ottica mi sembrano accettabili anche se preferisco farne a meno, penso che si riesca ad ottenere un'eccellente collaborazione anche senza.. ma..se sei arrivato a questa conclusione avrai i tuoi motivi..
quando comincio a montare un cavallo "verde" cioè un cavallo che non ha esperienza alcuna, che si tratti di domarlo ex novo o che sia da riaddestrare alla doma naturale, utilizzo un hackamore naturale ( capezza e redini mecate) non quello meccenico tanto per intenderci.
uso una redine per il controllo cioè se devo rallentarlo o fermarlo uso una sola redine passando per le famose 4 fasi sino alla quarta in questo caso chiedendo una flessione laterale.
quando il controllo ha raggiunto un buon livello e quando la comunicazione a due redini è soddisfacente allora comincio a verificare se il cavallo risponde alle fasi più basse si no a quando non ho più bisogno delle redini cioè quando riesco a girare fermarmi ed andare indietro senza mai toccare le redini, una o due che sia necessaria.
quando non avrò più bisogno delle redini per controllare i movimenti del cavallo allora e solo allora introdurrò il filetto, semplice e snodato con anelli grandi che possano ruotare.
con l'introduzione del filetto si passa ad un livello superiore di comunicazione.
poichè non ho piu bisogno delle redini per controllare i movimenti del cavallo allora il filetto, poichè è in bocca al cavallo mi servirà ad una più sottile comunicazione e sarò quindi in grado di ottenere una maggior precisione e l'inizio della della flessione verticale.
quando tutto questo è a posto allora sarò in grado di introdurre il morso ( a barra rigida con ponte) che mi aiuterà proprio per la sua forma ad ottenere la vera e proria flessione verticale.
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Ciao horseman, vorrei sapere statisticamente più o meno quanto tempo ci metti a fare tutti questi passaggi.
So che ogni cavallo è diverso ma giusto un più o meno per avere un idea.
Tempo fa lessi un articolo su "il mio cavallo" che parlava dei bookaro che indicava 5 anni per fare bene tutti i passaggi da te desccritti.
Tra l'altro l'ordine che usavano i bookaro (a detta del giornale) era diverso: prima filetto, poi hakmore/bosal ed infine morso spagnolo...
Mamma mia quanto è vecchio questo topic.
Non conosco l'amazzone a cui si riferisce sabrinasmol ma so di altri come Luca Moneta.
Per quanto riguarda l'uso o non uso del filetto e del morso, come sempre dipende cosa vuoi chiedere al tuo cavallo.
Una flessione verticale o una precisione millimetrica in pochi istanti, difficilmente li ottieni con una capezza o con un hackamore ma se l'obiettivo non richiede queste caratteristiche allora la capezza è sicuramente lo strumento migliore.
Io sono una ragazza che ha avuto il coraggio e l'occasione di vedere un cavallo da vicino a trent'anni, ma a cui sono bastati pochi mesi, per sentire che non avrei più potuto vivere senza. Sono una novellina e tento di far tesoro degli insegnamenti che posso cogliere da chi ha più esperienza di me, ho iniziato e sono rimasta, in un centro dove si pratica la monta americana e quando posso, seguo dei corsi base della Scuola Italiana di Horsemanship. Ho fatto le prime lezioni, in maneggio, montando qualche cavallo in filetto, morso, martingala e speroni, poi ho deciso di comprare un cavallo e nel frattempo ho conosciuto i metodi della Scuola Italiana di Horsemanship. Il mio cavallo è uruguayano, quando è arrivato da me era talmente diffidente da non permettermi di andare oltre la sua spalla sinistra, a destra non c'era il verso di avvicinarmi nemmeno più avanti del muso, si rigirava in continuazione, per non avermi a fianco, fece una fuga di 3 giorni, 2 ore dopo essere arrivato e fu ferrato con le balze la prima volta. Ammetto di aver pensato che avevo fatto una cavolata enorme a prenderlo, ero contornata da persone che avevano tanta esperienza ( o presunta, come ho poi capito, succedere spesso nel mondo dei cavalli) che mi dicevano " il tuo cavallo ha ottime potenzialità , quel che devi fare è fargli capire chi comanda, se "scapa" metti martingala, non cambiare l'imboccatura a cui è abituato (chiaramente un morso), usa i speroni perchè lo renderai più veloce nelle manovre e se non basta metti il chiudibocca e fagli capire chi comanda". Ho iniziato a montarlo con un morso, avevo fatto un paio di corsi avvicinandomi all'horsemanship, troppi pochi, per un'imbranata come sono io! Imbranata perchè possiedo una dote naturale a cavallo, stavo imparando a interagire con lui, a usare bene l'attrezzatura, a correggermi nell'assetto, ma essendo, ansiosa, frenetica, un po' brusca nei modi di fare...bhè no, non ho doti naturali. La svolta è arrivata quando ho capito che il mio cavallo non aveva problemi, ero io ad averne, perchè non mi fidavo di lui, perchè non lo avevo capito, non avevo capito che bastava una mano ferma e rassicurante sulla sua groppa, per poter andare oltre i suoi anteriori e girargli dietro, senza che si impaurisse e non avevo avuto abbastanza fiducia per prendergli i posteriori tranquillamente, senza agitarlo, per lasciarmeli e non avevo capito che non aveva bisogno di un morso per fermarsi. Decisi di appendere le imboccature al chiodo e montarlo in capezza e lui ha smesso di scapare, di andare avanti appena salivo, di sospirare ansiosamente. Dopo qualche giorno passato presso la struttura della Scuola Italiana di Horsemanship, mi resi conto di aver lavorato sopratutto su me stessa, grazie all'aiuto di persone che stimo moltissimo. Ho imparato che per comunicare con il mio cavallo, non mi servono morsi, speroni, martingale, chiudibocca ecc... Serve il mio corpo, la mia testa e la mia anima. Ascolto sempre chi ha più esperienza di me, non sono certo una che monterebbe qualsiasi cavallo in ogni situazione, ma se devo uscire fuori dal maneggio, con un altro cavallo che non sia il mio, bhè...io preferisco uscire con un sottosella, una sella, un pettorale e la capezza, dopo un po' di lavoro da terra. Non faccio gare, quel che mi interessa è riuscire a comunicare con il cavallo che ho di fronte.
Io sono una ragazza che ha avuto il coraggio e l'occasione di vedere un cavallo da vicino a trent'anni, ma a cui sono bastati pochi mesi, per sentire che non avrei più potuto vivere senza. Sono una novellina e tento di far tesoro degli insegnamenti che posso cogliere da chi ha più esperienza di me, ho iniziato e sono rimasta, in un centro dove si pratica la monta americana e quando posso, seguo dei corsi base della Scuola Italiana di Horsemanship. Ho fatto le prime lezioni, in maneggio, montando qualche cavallo in filetto, morso, martingala e speroni, poi ho deciso di comprare un cavallo e nel frattempo ho conosciuto i metodi della Scuola Italiana di Horsemanship. Il mio cavallo è uruguayano, quando è arrivato da me era talmente diffidente da non permettermi di andare oltre la sua spalla sinistra, a destra non c'era il verso di avvicinarmi nemmeno più avanti del muso, si rigirava in continuazione, per non avermi a fianco, fece una fuga di 3 giorni, 2 ore dopo essere arrivato e fu ferrato con le balze la prima volta. Ammetto di aver pensato che avevo fatto una cavolata enorme a prenderlo, ero contornata da persone che avevano tanta esperienza ( o presunta, come ho poi capito, succedere spesso nel mondo dei cavalli) che mi dicevano " il tuo cavallo ha ottime potenzialità , quel che devi fare è fargli capire chi comanda, se "scapa" metti martingala, non cambiare l'imboccatura a cui è abituato (chiaramente un morso), usa i speroni perchè lo renderai più veloce nelle manovre e se non basta metti il chiudibocca e fagli capire chi comanda". Ho iniziato a montarlo con un morso, avevo fatto un paio di corsi avvicinandomi all'horsemanship, troppi pochi, per un'imbranata come sono io! Imbranata perchè possiedo una dote naturale a cavallo, stavo imparando a interagire con lui, a usare bene l'attrezzatura, a correggermi nell'assetto, ma essendo, ansiosa, frenetica, un po' brusca nei modi di fare...bhè no, non ho doti naturali. La svolta è arrivata quando ho capito che il mio cavallo non aveva problemi, ero io ad averne, perchè non mi fidavo di lui, perchè non lo avevo capito, non avevo capito che bastava una mano ferma e rassicurante sulla sua groppa, per poter andare oltre i suoi anteriori e girargli dietro, senza che si impaurisse e non avevo avuto abbastanza fiducia per prendergli i posteriori tranquillamente, senza agitarlo, per lasciarmeli e non avevo capito che non aveva bisogno di un morso per fermarsi. Decisi di appendere le imboccature al chiodo e montarlo in capezza e lui ha smesso di scapare, di andare avanti appena salivo, di sospirare ansiosamente. Dopo qualche giorno passato presso la struttura della Scuola Italiana di Horsemanship, mi resi conto di aver lavorato sopratutto su me stessa, grazie all'aiuto di persone che stimo moltissimo. Ho imparato che per comunicare con il mio cavallo, non mi servono morsi, speroni, martingale, chiudibocca ecc... Serve il mio corpo, la mia testa e la mia anima. Ascolto sempre chi ha più esperienza di me, non sono certo una che monterebbe qualsiasi cavallo in ogni situazione, ma se devo uscire fuori dal maneggio, con un altro cavallo che non sia il mio, bhè...io preferisco uscire con un sottosella, una sella, un pettorale e la capezza, dopo un po' di lavoro da terra. Non faccio gare, quel che mi interessa è riuscire a comunicare con il cavallo che ho di fronte.
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