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Mezzo arresto

 
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Autore Messaggio
Chirone.sp
Cavallo


Registrato: 01/06/09 23:08
Messaggi: 60
Località: Reggio Emilia

MessaggioInviato: Ven Nov 19, 2010 11:59    Oggetto: Mezzo arresto Rispondi citando

Buon giorno Colonnello,
potrebbe spiegarmi cosa si intende per "mezzo arresto"?
Mi viene sempre detto che la mia cavalla si appoggia troppo alla mano e che di conseguenza devo fare di continuo dei mezzi arresti.
Ma può spiegarmi che cosa si intende per favore?
Perchè io non capisco se si tratta di un'azione combinata fra gambe e mani, le prime che con un aumento di pressione mantengono l'impulso e le seconde che "portano" il treno anteriore del cavallo "in dietro" e poi cessano la richiesta nel momento in cui il cavallo ha risposto nel modo corretto.
La ringrazio molto e le auguro una buona giornata.
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SimoneSilvestri
Cavallo


Registrato: 04/05/08 19:57
Messaggi: 117
Località: Roma

MessaggioInviato: Ven Nov 19, 2010 12:50    Oggetto: Rispondi citando

Riporto un intervento del Colonnello in cui si tratta della mezza fermata.

Citazione:

La mezza fermata

La mezza fermata, ufficialmente, così come la insegnano nelle scuole, è un‘azione che si esegue con il contemporaneo uso di mani, gambe e assetto al fine di richiamare il cavallo all’attenzione in previsione di un particolare esercizio o movimento che il cavaliere si appresta a chiedere. L’azione, così fatta, dovrebbe portare il cavallo più sulle anche, a riunirsi, a essere leggero davanti, così che impegni maggiormente il posteriore e esegua meglio tutto quello che gli si chiede.In realtà la mezza fermata, inventata da François Robichon de La Guérinière - siamo nella prima metà del ‘700 -, è un’azione da svolgere con le sole mani, dal basso verso l’alto (e non da avanti a indietro con mani tenute basse), al fine di alzare, più o meno secondo l’esigenza del momento, la testa al cavallo per ottenere un cambio di equilibrio, o per staccare dalla mano il cavallo che si appesantisce sul ferro. E’un’azione repentina verso l’alto che alleggerisce l’avantreno e fa dare la bocca, senza uso delle gambe e nemmeno dell’assetto, se non per il fatto che, per eseguire l’azione, il cavaliere ha bisogno di sedersi in sella rilassato.Il contemporaneo uso dei tre aiuti, in verità, provoca incomprensione e molto spesso ribellione. Gambe alle quali il cavallo è stato addestrato a rispondere in avanti, e mani che frenano questa richiesta bloccandosi e resistendo basse (il "resistere", là dove c’è un cavallo che punta sulla mano, equivale a "tirare") sono due richieste in antitesi fra di loro percepite come incoerenti. Chi pensa che il cavallo, su una richiesta del genere, possa capire che deve alleggerirsi davanti impegnando i posteriori, commette un grave errore.Il cavallo giovane, soprattutto, non è in grado di comprendere una mezza fermata così eseguita, dove, nello stesso momento, mani e gambe chiedono appunto due cose opposte. Esso invece capisce molto bene la mezza fermata classica sopra descritta, perché fin dall’inizio questa è in grado di migliorare l’equilibrio di un cavallo montato. Ad esempio, un soggetto che ha la tendenza ad appesantirsi sul ferro, cosa abbastanza frequente nei cavalli giovani o nei cavalli costruiti in discesa (con il garrese più basso della groppa, o con un’incollatura imponente e attaccata in basso), cerca molto spesso la "quinta gamba" e la mezza fermata ripristina immediatamente l’equilibrio senza aggredire la bocca e modificando, quando necessario, la posizione stessa dell’incollatura. Molto utile la mezza fermata classica è anche nel caso in cui il cavallo abbia la tendenza ad incappucciarsi, per rifiutare il contatto, venendo dietro la mano. Molto spesso questo atteggiamento si accompagna a una bocca ferma e contratta. La mezza fermata è in grado di ristabilire una posizione più naturale (non incappucciata), cioè una testa più o meno alta, e una bocca più vivace, condizione indispensabile per la decontrazione della mascella. La mezza fermata classica, nel caso si chieda al cavallo di togliere peso dalle mani e di portare il suo collo e la sua testa da solo, è seguita da una "discesa di mano": il cavaliere abbassa le mani alleggerendo il contatto fin quasi a non aver nulla nelle mani, verificando che appunto il cavallo si sostenga da solo. E’ lapalissiano sostenere che una discesa di mano si può effettuare solamente se la mano stessa si era precedentemente alzata, del resto la cosa non avrebbe ragione di essere nel caso la mezza fermata si eseguisse tirando da avanti a indietro. La mezza fermata classica è un po’ il marchio di fabbrica dell’Equitazione in Leggerezza. Il fatto che oggi sia così male applicata e male interpretata è il segno del degrado culturale a cui nel Dressage moderno, e nell’equitazione contemporanea in generale, si sta andando incontro. Riscoprire le qualità di certi principi dimenticati potrebbe essere una bella sorpresa specialmente per chi ha a cuore il proprio cavallo e il miglioramento della propria equitazione, al di là della disciplina praticata e degli obiettivi che si perseguono.
Nella sequenza filmata che potete scaricare cliccando su questo collegamento ipertestuale (VIDEO SULLA MEZZA FERMATA 5 mega), si possono vedere una serie di mezze fermate in situazione diverse che hanno come scopo la mobilizzazione della bocca del cavallo e l'alleggerimento della mano del cavaliere. Si tratta di mezze fermate molto plateali, in quanto il cavallo in questione necessitava di una rieducazione alla mano molto chiara. Vengono eseguite rigorosamente con le redini del filetto e, anche se nel filmato non è sempre evidente a un occhio poco esperto, sono tutte seguite da una "discesa di mano". Alla fine del lavoro il cavallo è risultato decisamente più sciolto e rilassato perchè decontratto, non manifestando affatto insofferenza a queste azioni che a prima vista appaiono poco gentili, ma che, essendo eseguite verso l'alto (nessuna azione diretta sulla lingua) e senza l'apporto simultaneo delle gambe (che creerebbe disorientamento nel cavallo), risultano molto esplicative e ben accette dal cavallo.â€

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Col. Paolo Angioni
Moderatore


Registrato: 27/11/05 21:47
Messaggi: 2721
Località: Torino

MessaggioInviato: Ven Nov 19, 2010 13:37    Oggetto: Merzza fermata Rispondi citando

Caro Simone,

è sicuro che il post sia mio e non sia invece la citazione di qualche autore che ha scritto della mezza fermata? Non solo non riconosco il mio modo di comunicare, ma diversi punti non coincidono con quello che ho sempre pensato della mezza fermata, un palliativo che non risolve i problemi del cavallo che punta sulla mano o che porta peso sulle spalle. Vuol sapere? Non ho mai sentito Chammartin, grande cavaliere e grandissimo addestratore, dire "demi arret" (è svizzero francese) o "halbe Parade" e non ho mai sentito Oliveira pronunciare le due parole. Dove ha trovato il post? Grazie.
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Chirone.sp
Cavallo


Registrato: 01/06/09 23:08
Messaggi: 60
Località: Reggio Emilia

MessaggioInviato: Ven Nov 19, 2010 13:59    Oggetto: Rispondi citando

Gentile Colonnello,
se queste parole non sono le sue, la prego, potrebbe darmi un suo parere?
Nell'atteggiamento mentale del cavallo cosa succede quando io cerco di "staccarmelo dalla mano" (modo di dire che mi sembra scorretto...sbaglio o la mia sensazione è corretta?)?
Perchè arrivo a sentire il cavallo che si appoggia al filetto in modo sempre piu pesante?
Cosa sbaglio?
(Grazie Simone in ogni caso per l'interessamento)
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SimoneSilvestri
Cavallo


Registrato: 04/05/08 19:57
Messaggi: 117
Località: Roma

MessaggioInviato: Ven Nov 19, 2010 14:09    Oggetto: Rispondi citando

Caro Colonnello,

devo porle le mie scuse.

Ho copiato tutti i suoi interventi sul forum in un documento word, che ho letto, riletto e studiato. Purtroppo nella fase di copiatura da internet, che non è stata banale, deve esserci stato qualche errore di distrazione.

Vista la richiesta di Chirone e ricordando di aver letto della mezza fermata, sono andato a cercare nel file word. Ho fatto una semplice ricerca sul titolo del post ed ho copiato il testo.


Queste parole NON sono le sue, ma vengono da questo post sul forum:

http://cavallo.forumer.it/about2662-cavallo.html

In questo intervento lei commentava così queste parole:

Citazione:
Caro Cicciolaz,

non ho mai eseguito e non eseguo mezze fermate e non ho mai consigliato di farne ai cavalieri che hanno lavorato e lavorano con me.

Secondo il mio sentire non fare mezze fermate fa parte dell'equitazione di leggerezza, dizione che non ha inventato Philippe Karl, ma che ha usato prima il col. Christian Carde, per otto anni anni (1991 - 1999) écuyer in capo del Cadre Noir, per fondare, insieme a Jean d'Orgeix e a Michel Henriquet, ALLEGE IDEAL, "associazione per la Leggerezza in Equitazione". E' scritto proprio così.

Vedere www.allege-ideal.com.


Le chiedo ancora scusa, e mi scuso anche con Chirone. Spero che si possa cancellare dal forum il mio messaggio.

Un caro saluto,
Simone
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SimoneSilvestri
Cavallo


Registrato: 04/05/08 19:57
Messaggi: 117
Località: Roma

MessaggioInviato: Ven Nov 19, 2010 14:22    Oggetto: Rispondi citando

Caro Colonnello,

il testo che volevo riportare era in realtà il seguente:

Citazione:
Riporto la traduzione del testo riferito alla mezza fermata tratto dal capolavoro del generale Decarpentry, intitolato Equitazione accademica. Il testo tradotto, con note e prefazione, è pronto da un anno per la stampa presso l'editore Allemandi nella collana diretta dal sottoscritto, "Storia e tecnica dell'equitazione".

Ma l'editore, dopo aver pubblicato i primi due libri (Saint-Fort Paillard e Licart), ha tirato i remi in barca, perché, purtroppo, le vendite dei precedenti due libri sono state scarse e non hanno pagato neppure le spese della tipografia.

Gli "appassionati" non sembrano molto interessati alla lettura e alla conoscenza. E l'editore non è un benefattore equestre.

Testo, a pag. 53 dell'edizione francese del 1964.

Mezza fermata

«Azione ferma dal basso in alto su redini tese, e dita ben chiuse, seguita rapidamente dal rilassamento progressivo delle dita e da una cessione della mano.
L’azione presenta un’analogia con quella che permette «di strappare†da terra una pesante pietra posta ai piedi di una scala, per deporla su uno scalino di questa scala senza danneggiare in alcun modo la superficie dello scalino e senza fare rumore.


Nota. Questo testo figurava già in Piaffer et passage. E’ necessario comprendere bene che il paragone della mezza fermata con lo strappo per sollevare una pietra non si riferisce al vigore necessario a una tale azione di forza. Altrimenti la mezza fermata non sarebbe affare da signorine. Dipinge in maniera convincente la lentezza del gesto della mano, la curva che segue, la stretta seguita dal disserrare molto progressivamente le dita. (Nota della 2^ edizione.)».

Se la precedente spiegazione non fosse sufficiente, previa domanda, posso agiungere qualche parola, certamente non per migliorare il testo del generale Decarpentry, ma per dare qualche ulteriore informazione.


Un cordiale saluto e scusi ancora per l'errore,
Simone
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nabumax
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MessaggioInviato: Lun Nov 22, 2010 14:54    Oggetto: Rispondi citando

Come quasi per ogni cosa i termini e le definizioni van bene per gli esseri umani (più che altro per confonderli e distoglierli dalle cose essenziali aggiungerei) ma al cavallo non importano un gran chè, al cavallo importa ciò che gli arriva addosso, e le intenzioni, ovvero quello che ha in testa il cavaliere, fanno la differenza a questo proposito

sotto il termine mezza fermata io ne conosco almeno tre tipi, a seconda di chi ha lasciato scritto a proposito: la mezza fermata di La Gueriniere, la mezza fermata tedesca, la mezza fermata di Baucher, ed ho il sospetto che esistano altrettanti tipi di mezze fermate quanti istruttori ci sono in giro...

tanto per fare pubblicità, nei due libri editi da Allemandi e tradotti dal Colonnello è trattato anche questo argomento, tanto la questione è "sentita" dai cavalieri

io dico che, in ambito di problemi pseudo-risolvibili con "mezze fermate", per sapere come agire va fatta distinzione tra un cavallo che "pesa" e un cavallo che "tira", un cavallo che pesa è solo un cavallo che mette nelle mani del cavaliere il peso della sua testa e la sensazione di tale sforzo da parte del cavaliere è più che altro verso il basso, mentre un cavallo che tira vuole anche andare più veloce perché vuole ribellarsi alle mani del cavaliere, che solitamente è il primo a tirare in senso opposto: circolo vizioso, e lo sforzo avvertito è più verso l'avanti che non di peso, le due cose vanno affrontate diversamente, anche se è quasi sempre il caso del cavallo che tira (per cattivo addestramento)
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jump
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Registrato: 30/03/10 17:28
Messaggi: 186

MessaggioInviato: Lun Nov 22, 2010 20:46    Oggetto: Rispondi citando

nabumax ha scritto:


io dico che, in ambito di problemi pseudo-risolvibili con "mezze fermate", per sapere come agire va fatta distinzione tra un cavallo che "pesa" e un cavallo che "tira", un cavallo che pesa è solo un cavallo che mette nelle mani del cavaliere il peso della sua testa e la sensazione di tale sforzo da parte del cavaliere è più che altro verso il basso, mentre un cavallo che tira vuole anche andare più veloce perché vuole ribellarsi alle mani del cavaliere, che solitamente è il primo a tirare in senso opposto: circolo vizioso, e lo sforzo avvertito è più verso l'avanti che non di peso, le due cose vanno affrontate diversamente, anche se è quasi sempre il caso del cavallo che tira (per cattivo addestramento)



La mezza fermata personalmente la trovo utile per il suo scopo classico: mettere all'attenzione e riequilibrare il cavallo.
Per i cavalli che "tirano" non la trovo utile perchè mi sembra che spesso reagiscono puntando il ferro(all'azione vanno contro la mano) e bloccano la schiena, qiundi mi sembra che sia più dannoso che benefico(come risoluzione del problema), stessa cosa per quelli particolarmente appoggiati, si rischia di metterli ancora di più sulle spalle e per questo, per esempio, trovo più giusto metterli più in avanti e concedergli meno appoggio.
Però può darsi che faccia delle azioni sbagliate anche se in situazioni "normali" ne faccio uso e trovo rispondenza per l'utilità prima citata.
Nabumax potresti spiegarci come affronteresti le due situazioni?
Chiedo gentilmente al Colonnello di darci anche un suo parere riguardo un cavallo che "tira" e un cavallo che "pesa" e la relazione con la mezza fermata.
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nabumax
Cavallo


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MessaggioInviato: Mar Nov 23, 2010 12:52    Oggetto: Rispondi citando

rispondo a jump

infatti un cavallo che "tira" non si risolve con mezze fermate, il lavoro sarebbe tutt'altro e più orientato alla rieducazione, alla calma, dopo aver stabilito che "tira" bisogna chiedersi "perché tira"?

poi davvero, come ho gia detto ci sarebbe da discutere dei giorni già solo su che azione pratica ciascuno intende con il termine "mezza fermata", in realtà, alla fine, tutto sta a fare delle sequenze di azioni che facciano capire al cavallo cosa vogliamo, che lo portino nella condizione che desideriamo, è più che altro psicologia combinata ad azioni fisiche

quando scrivi "mettere all'attenzione e riequilibrare il cavallo" per me dipende.. dal cavallo.. da che tipo di attenzione.. da che tipo di equilibrio.. ciascuno ha la sua idea.. per me qualunque azione fatta al di fuori di una progressione ragionata, peggio che mai tralasciando la spiegazione al cavallo della stessa, vale zero, perché il cavallo forse si atteggia come vogliamo, ma se non c'è una logica non sarà mai come quando il cavallo ha anche compreso cosa sta succedendo, non dico che è facile, ma è tutto un altro andare
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