Registrato: 15/05/06 18:34 Messaggi: 370 Localitŕ: san giorgio di nogaro(udine)
Inviato: Lun Set 07, 2009 16:34 Oggetto:
piccole novitĂ .
il testo spedito ai vari enti ha cambiato aspetto perche si sono chiariti dei punti. Ho avuto finalmete modo di leggere la normativa e sebbene non parli di zone è comunque carente. e allego il testo rivisto e inviato. sperando che alla luce dei fatti si inizi a pensare che le razze locali asinine ed equine sono un vero patrimonio locale e vadano promosse con zelo e non con pressapochismo.
allego il testo giĂ recapitato in AR.:
al presidente Dr.Nino Andena Associazione Italiana Allevatori
00161 Roma, Via G. Tomassetti, 9
P.c. all' elenco indirizzi allegato
San Giorgio di Nogaro lì 21.08.09
Oggetto: recupero razza in via d’estinzione/bassa diffusione del cavallo norico.
Con la presente lettera prendo atto e riferisco ai miei colleghi allevatori, che dopo un colloquio con la Dott.ssa Claudia Nocker, sembra che il cavallo norico in Italia non venga piĂą preso in considerazione per la valutazione morfologica. Visti i documenti:
AIA Prot.1.521 con oggetto: registro Anagrafico delle razze equine e asinine a limitata diffusione- ulteriori indicazioni sulle modalitĂ operative e organizzative.
Allegato 1 (disciplinare del registro anagrafico delle razze equine e asinine a limitata diffusione)
Allegato 2 (Norme tecniche del registro anagrafico delle razze equine e asinine a limitata diffusione)
A quanto appreso L’AIA ha definito un sistema solo di identificazione dei soggetti a bassa diffusione o in via d’estinzione. Questo atteggiamento nei confronti del cavallo norico mostra una palese non conoscenza del sistema di gestione e vendita della singola razza e ,viste le norme tecniche, un non adeguato metodo di valutazione e una scarsa informazione sul cavallo.
La struttura organizzativa piramidale che mette in comunicazione l’allevatore con l’ente di tutela principale sembra non funzionare. In queste condizioni buona parte degli allevatori contattati sembra non essere interessata più ad un servizio che non mira allo sviluppo delle razze a bassa diffusione/estinzione.
Sia io, che parte dei miei colleghi gia contattati, siamo disposti a fare un azione congiunta di sensibilizzazione delle problematiche del norico. Problematiche che se non verranno accolte prenderemo i nostri provvedimenti.
Questa situazione dimostra qual è lo stato di preparazione sul cavallo norico sia a livello nazionale che locale. In questa lettera ho volutamente ironizzato sulla illogicità delle scelte semplicemente per rendere i concetti più diretti.
Io ho i testi storici originali del '31, di quando Ravenna ha fatto le prime analisi morfologiche del norico, con tanto di foto, nomi e cognomi. Da oltre 20 anni si sono riprese le valutazioni morfologiche a punteggio su stalloni e fattrici. Qui in Friuli, grazie ad un confronto, divenuto poi amicizia, con i docenti universitari austriaci specializzati sul cavallo norico, ci siamo resi conto di quanto è stato perso in Italia.
Di come per secoli il norico abbia riempito le scuderie vaticane. Abbiamo perso le linee italiane a causa della meccanizzazione come il bello futa, Il florentinian ( nome che di sicuro non è austriaco), il caporettano friulano ed altri. Quanto dobbiamo essere incoscienti per perdere anche il resto? Questo cavallo ha fatto parte dell'ex impero romano, in tutto il medio evo era il cavallo dei cavalieri con armatura, nel rinascimento e diventato colorato per i nostri sfizi alla moda e ha dato i natali ai muli dei nostri Alpini . La prima ferratura chiodata è celtica, ed è alpina, i ferri con chiodi ritrovati misuravano 13cm per 13cm, ovvero molto grandi per un cavallo dell’epoca precristiana. Come mai? Nella ferratura seguirono poco più tardi gli arabi. Va tenuto conto che la storia italiana ha ricevuto un impronta nazional-romana nel dopo guerra, che non teneva conto delle realtà locali, tale imposizione ha romanizzato a livello scolastico tutto, producendo un mare di ignoranti o falsi istruiti. Il norico è stato per millenni il collegamento sulla via del sale (la Claudia Augusta) dal Danubio a Genova. Altre strade del nord Italia come la via Annia, la via Postumia, la via Iulia Augusta, la via Gemina la via Flavia portavano i materiali da Salisburgo a Venezia, Ravenna, Trieste, e in tutti i micro porti adriatici del centro Nord e nelle zone alpine . Le strade Annia, la via Postumia, la via Iulia Augusta, la via Gemina la via Flavia non hanno nomi Austriaci e sono in Italia.
Il cavallo da tiro in celtico non si chiama ne ippo ne equus, si dice Ciaval . La parola cavallo italiana deve dare tributo al più antico cavallo da tiro alpino. In lingua ladina cadorna si dice ancora ciaval, in romancio si dice ancora ciaval ma si scrive chaval, in ladino fassano si dice ciaval, e sicuramente in friulano è ciaval.
In definitiva la storia di questo cavallo è italianissima e all’Austria si deve solo il merito di averla preservata ed è in assoluto il patrimonio animale domestico più antico e di valore che abbiamo. In tutta questa storia, la cosa buffa è che il registro genealogico è stato inventato dalla chiesa. Ma forse il fatto che il vescovo avesse un nome e cognome tedesco confonde. Ma allora il Papa?Ops!! ha un nome tedesco pure lui.
In Italia un “meticciamento” si definisce “razza” in troppi, moltissimi casi, allora qui la gente come me si sente presa per i “fondelli” specialmente se vengono meno i rigori che definiscono una razza.
Mentre l’Austria produce documenti UE noi produciamo il “giornalino” un libretto semplificato di ciò che dovrebbe essere il cavallo. Meno informazioni ci sono e meno può valere e vale il cavallo. Nell’atteggiamento italiano manca l’umiltà di ricercare il metodo per difendere il patrimonio animale che abbiamo. Il solo Friuli è stato austriaco per più di 500 anni ed è italiano in parte da 143 anni e solo 62 anni per l'Istria, Trieste e il Goriziano, nelle zone che si parla in tedesco e ladino questo cavallo è un pezzo di cultura locale da sempre .
I nostri colleghi austriaci, come noi, hanno subito la meccanizzazione ad hanno come noi perso buona parte del patrimonio genetico dell' equino. Negli ultimi vent'anni il loro processo di recupero ha fatto fiorire dei sistemi di allevamento che hanno portato il cavallo da una popolazione simile alla nostra a 10.000 capi . Questo ravvivamento economico è dato da un sistema che scarta chi detta il prezzo con il valore della carne, ed è da considerarsi etico per eccellenza.
Il concetto limitante che un animale abbia confini politici e legato a menti che non hanno la piĂą pallida alba di che parlano. Nella documentazione genealogica austriaca si riconoscono piĂą linee italiane estinte, questo dato dovrebbe essere un nostro patrimonio!
Una linea è una sorta di cognome per difendersi dalla consanguineità . Le linee italiane sono estinte, ma sono pur sempre state mescolate con quelle austriache e difatto definiscono comunque un'unica razza. Non si sono inventate regole o eccezioni da paradosso che definiscano razza il meticciamento di due razze diverse.(a voi fare mente locale). Uno degli errori italiani più gravi è legato alla considerazione dello stallone come unico cavallo da valutare per la produzione di capi. Ormai nel 2009 dovrebbe essere chiara come funziona la genetica. Dovrebbe essere anche chiaro che entrambi i genitori devono subire delle valutazioni severe e non blande per migliorare la razza e dovrebbe essere chiaro che la genetica dominante non ha sesso. Nei documenti da me letti si evince un atteggiamento a risparmio sulle operazioni da farsi e un atteggiamento di allontanamento delle persone che possano creare imbarazzo. (vedi art.9) Non ho notato nessun articolo che prenda in considerazione l’ottica dell’allevatore, o che pretenda critiche al sistema o che istituisca tavoli di discussione di ravvivamento commerciale. Questo metodo di lavoro chiarisce un atteggiamento di distacco dalla reale operatività richiesta, distacco che porta a non raggiungere gli obiettivi.
Attualmente il cavallo norico prende valore sulla base del soggetto nato e delle caratteristiche valutative dei genitori. Questo criterio valutativo certifica la qualitĂ e determina il prezzo dei puledri nati.
Se questo sistema si interrompe,
il meccanismo si blocca
determinando l'estinzione di zona
dei soggetti per un mancato riscontro economico.
(Fatevi il conto delle fattrici e di quanti soldi farete perdere). Il lento accrescimento del cavallo non lo rende competitivo per la produzione di carne e di conseguenza la sua produzione è legata per lo più ad attività ludica e culturale. Inoltre i popoli che allevano questi cavalli tendono a non mangiare carne di cavallo e questo è frutto di culture equestri antiche che si tramandano inconsciamente tra padre e figlio. Per verificarlo basta ricavare una qualsiasi indagine sul consumo di carne equina in italia.
In Friuli e nel Veneto il piano rurale si basa su contributi UE, sui nati da fattrici approvate e valutate . Il documento da voi redatto farebbe saltare il sistema.
In Friuli è stato costituito un nuovo personaggio giuridico, “L’allevatore custode un privato che preserva il DNA allo stato vivo”
I costi che sostiene un allevatore privato, (in Friuli definito allevatore custode), si aggirano sui:
160€ costo di una monta (non si considera l'apporto veterinario)
60€ costi veterinari sul puledro
200€ costi di propaganda e promozione dei soggetto presso fiere specialistiche.
2.260,00€ totale spesa annua di mantenimento fattrice
costo di un puledro di 6 mesi norico non valutabile morfologicamente è di 650,00€ (peso carne)
1.610,00€ è la perdita d'allevamento in mancanza di valutazione.
Un buon puledro a sei mesi con ottima genetica certificata, (le valutazioni degli avi sono scritte nei libretti), con bella struttura si vende dai 2400€ ai 3000€ . Chi sale fino ai15000€ si rientra in quel gruppo ristrettissimo di allevatori di altissima qualità o di animali rari.(le cifre sono per le femmine, se nasce maschio si va in perdita).
In Austria, in malga, un puledro di sei mesi con costo sotto i 1400€, è un cavallo tipicamente non valutabile per la riproduzione.
Non vengono inseriti i costi accessori per presentare l'equino.
Non vengono inseriti i costi di trasferta per l’approvazione.
Non vengono inseriti i costi di trasferta per la registrazione anagrafica.
Non vengono inseriti i costi dei paddock e dei box e cure mediche straordinarie
L'allevamento in malga è meno costoso, ma comunque fallimentare in assenza di valutazioni.
L'allevamento da parte di professionisti attrezzati costa di meno ma non da lucro per vivere.
Gli austriaci presentano i cavalli con un passaporto dell' UE con 5 discendenze genealogiche . Questo dato gli permette di controllare meglio l'emergere di caratteristiche dei manti non desiderate. In Italia le generazioni sono 4 e nel caso di mantenimento di una specifica pezzatura/manto non possono realizzare valutazioni sufficientemente oggettive aumentando di fatto l'errore.
L'apertura delle frontiere permetterebbe una congiunzione valutativa fra i due sistemi con affilia- mento tecnico al libro genealogico a mezzo di un ispettore italiano,
che tuteli il patrimonio italiano.
In questa maniera gli animali si confronterebbero con quelli austriaci senza venir deprezzati dai libretti, o da sistemi di valutazione differenti , oppure ancor più grave completamente svalutati. Da questa analisi risulta chiaro che lo scopo di lucro non è prioritario e l’allevatore è disposto a spendere per il mantenimento del cavallo come farebbe con il proprio cane. Ma i costi diventano alti quando si deve far funzionare il sistema di salvaguardia della razza, creando di fatto un lavoro per dare a terzi un puledro rimettendoci di tasca propria. I rischi derivati per la nascita di un puledro sono tali da non dare stimolo all’ allevamento. Mentre una buona base di gestione potrebbe rendere più accettabile la perdita di qualche euro valutando la vendita del puledro come aiuto al mantenimento del cavallo, e azione social culturale da svolgere con costanza.
Con la presente lettera informativa di massima,
si chiede
un intervento urgente di attribuzione dei ruoli di controllo a personale che, prima di agire con scelte fuori luogo, si rivolga a chi opera nel settore e ne conosce le problematiche. L'unica particolarità che secondo me va tenuta in considerazione che le regole tra Italia/Austria/Svizzera/Slovenia debbano essere le stesse, altrimenti si penalizzano gli allevatori nel confronto tra stati, ovvero: "i nostri cavalli per gli austriaci valgono meno per la mancata chiarezza documentativa . Va tenuto conto che dove si producono i cavalli sono zone di confine , ed è lo stesso confine che produce competizione e scambio.” Il nostro biglietto da visita attuale mostra la nostra poca serietà ”. L’intento deve invece mirare ad una competizione sulla qualità che porti l’Italia a esprimere al meglio le proprie capacità di selezione, producendo animali commercialmente di livello alto. La competizione e la separazione tra stati è necessaria per la promozione del cavallo. Più la qualità è alta, più i cavalli risultano belli, più fanno “gola”. Questo stimolo deve creare i presupposti per accedere a mercati di elite.
Si vedono troppo spesso ronzini
Se il norico è stato il cavallo del Papa c’è un motivo
La struttura competitiva deve seguire un campanilismo a più livelli, comunale,provinciale, regionale,nazionale ed infine internazionale. E’ necessario che ogni livello di presentazione preservi e difenda i propri colori. Ed è necessario che l’Italia faccia la sua parte istituzionale in questa azione di recupero e promozione di questo patrimonio animale nazionale . le piccole azioni hanno bassi costi che gli allevatori stessi riescono a sostenere.
Si chiede
un adeguamento a standard internazionali, che prendano in considerazione la professionalitĂ di chi il norico lo studia sia dal punto di vista storico, che scientifico/veterinario, sociale e di mercato.
Si chiede
che venga certificato che il norico è a tutti gli effetti: animale domestico più antico e di valore che abbiamo, e diventi
Le azioni di valutazione devono essere snelle e senza costi eccessivi.
Per fare un esempio lampante, in Friuli la spesa per una registrazione o valutazione per due cavalli è:
spesa annua con l’AAFVG 70/80€
trasporto e pagamento dei box per due cavalli nei luoghi di recupero dai 400€ agli 800€ .
l’AAFVG ai soci non fa pagare l’iva dei box (14,00€) ma se non si paga la quota associativa su due norici si risparmiano almeno 50-60€. Il contributo regionale è talmente restrittivo che lo rende inapplicabile, 3 gravidanze in 5 anni con soggetti che per il 50% devono essere inseriti in aziende che lo recuperino. 200€ di contributo a fronte di perdite di 1600€ l’anno con il rischio di non trovare il cliente adatto, perdere l’aiuto e trovarsi la cavalla permanentemente gravida.
La movimentazione del cavallo richiede patenti e mezzi professionali che sono un onere troppo grande per le famiglie dove i norici vivono.(il trailer non basta, i cavalli pesano troppo, serve un camion)
L’esborso di tali cifre da parte dell’allevatore può essere ridotto ad un pagamento di un tur all’ispettore/valutatore governativo, traendone un risparmio certo e una remunerazione sicura del valutatore. Dato già in linea con le vostre proposte.
In questo modo si evita il rischio di incorrere in valutazioni frettolose degli allevatori, (sensazioni e non dati di fatto), che vedono accentrare in singole manifestazioni i cavalli finalizzato alla presenza per l’identificazione e l’apporto del microchip. Dato in netto contrasto con i vostri scritti, che l’allevatore prende come una forzatura. Quest’atteggiamento oltre che improduttivo, (il Friuli ha più di 200 km di diametro), da l’impressione che: l’uso dell’immagine di animali in via d’estinzione e dei propri soldi da parte delle associazioni, sia finalizzato a sfruttare le risorse UE per lavori di recupero e promozione di fatto fallimentari .
Un eccessivo lavoro di laboratorio per le fecondazioni artificiali costa. Si tratta di cavallo per la famiglia. Se si considera questo fattore determinante si aumentano i capi e il lavoro indotto. Un cavallo da 70.000€ mangia come uno da 3.500€.
Un cavallo da 3.500€ se lo possono permettere in molti specialmente se è facile la gestione burocratica.
Molti cavalli significa ridare vita al mercato equestre. (selle, carrozze,veterinari,mangimi, finimenti ecc.). Se si vuole risvegliare l’economia equestre servono azioni meno lobbistiche e maggiore umiltà . Gli esempi funzionanti ci sono e sono dati da persone che sanno effettuare un analisi profonda dello stato di fatto delle cose. A noi manca il senso di analisi e i risultati risultano evidenti da questa lettera.
Si chiede
Che venga realizzata una estensione sulle patenti di 300kg sui 3500kg previsti per la patente b, limitandone le velocitĂ per il trasporto di cavalli di taglia superiore ai 600kg ad uso privato .
Conclusioni:
Il recupero della documentazione storica e storico genetica, lo stiamo eseguendo noi da privati. L’analisi storica è effettuata in collaborazione con professionisti italiani ed esteri. Quella del DNA con specialisti dell’università di Udine, la collaborazione spontanea e individuale degli allevatori del Friuli e degli archeologi locali che mettono a disposizione i reperti ossei, a partire dal 5000 a.C. per definire il percorso di trasformazione del cavallo.
La presente lettera è un documento che vi deve fare aprire gli occhi su di un bene trascurato .
L’allevatore è l’ultimo anello della catena e non ha un rapporto diretto con chi gestisce le sorti delle varie razze. Questo lo obbliga a prese di posizione severe per evitare di sentirsi trascurato e diventare una banale pratica di mala-burocrazia. Certo che verrà presa in considerazione la presente, porgo
Distinti Saluti
Fausto Del Pin
al presidente Dr.Nino Andena Associazione Italiana Allevatori
00161 Roma, Via G. Tomassetti, 9
P.c. Assessore all' agricoltura
Hans Berger
via Brennero 6
39100 Bolzano
P.c. alla C.a. dott. Michael Gruber Fed. Prov. Allevatori Cavalli Haflinger dell'Alto Adige
I-39100 Bolzano, via Galvani 38
purtroppo la gente non capisce che sono cavalli super pur essendo grossi.
io discuto quasi tutti i giorni con della gente che
mi chiede "perchè ho deciso di prendere un cavallo così"
mentre dicono un cavallo così storgono il naso pensando che sia un morto che vada bene solo a tenere per rasare l'erba e magari tirare un carretto.
vagli a spiegare che sono cavalli inteligentissimi, che sono robusti e molto veloci e resistenti.
che danno soddisfazioni impensabili
solo ieri ho portato il mio bimbo vicino a casa perchè nel mio paese c'è una festa appunto del paese.
noi con i cavalli sfiliamo solamente però volevo fargli fare delle prove con le macchine che lui non ha mai visto.
allora ieri siamo andati tutti insieme a fare un giro in centro paese.
manfred messo per secondo non ha mai mollato il passo.
dopo aver fatto il centro, aver camminato sul marciapiede con macchine, pulman cammion e piĂą ne ha e piĂą ne metta siamo poi ritornati facendo delle stradine di campagna...
manfred galoppava come un matto lasciando sempre gli altri dietro.
dovevo sempre aspettare.
quando siamo tornati erano tutti sconvolti da come qusto cavallone si era comportato.
anche mio papà che mi prende sempre in giro dicendomi che con quel cavallo più che bistecche non posso fare...era così
ovviamente non lo ha ammesso però era palese che manfred è stato veramente super...
quindi secondo me è veramente importante che la gente conosca e possa capire quanto questo cavallo sia speciale
Registrato: 21/11/07 19:51 Messaggi: 1240 Localitŕ: ROMA
Inviato: Ven Set 11, 2009 07:36 Oggetto:
non so magari vi fa piacere, e vorrei mettere 3 foto fatte circa 3 settimane fa a Seefeld, in Austria. Abbiamo preso la carrozza per andare dentro al bosco, e potendo scegliere la pariglia, a occhio ho scelto i Norici. E tra l'altro, io non so nulla su questa razza, non so nemmeno come ho fatto a riconoscerla! c'erano degli avelignesi, dei frisoni, e poi loro.
I miei zii mi chiedono, che razza è? e io rispondo subito! ancora mi chiedo come facevo a saperlo
Registrato: 15/05/06 18:34 Messaggi: 370 Localitŕ: san giorgio di nogaro(udine)
Inviato: Mer Mar 31, 2010 19:23 Oggetto: convegno
andate a vedere sulle manifestazioni/eventi. organizziamo un convegno sul dna partendo dal cavallo norico per andare indietro nel tempo fino a 2000 - 2400 anni fa. ciao Fausto
visto che qui si parla di norico... provo ad aprofittarne e chieder qui... nel maneggio dove monto è arrivata da poco una "principessa" norica, col il mio istruttore volevamo cercare dei finimenti tirolesi per lei, c'è qui qualcuno che mi sa dire dove li possiamo trovare?? Grazie
Ah... il cavallo norico è a dir poco un cavallo meraviglioso!
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Ogni problema di rallentamento dovrebbe essere ora definitivamente risolto.