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Il Cavallo Norico
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fausto
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MessaggioInviato: Dom Mar 29, 2009 14:23    Oggetto: Rispondi citando

sto vedendo gli ultimi video su you tube ci sono dei bei video
http://www.youtube.com/watch?v=3kLvYS6rrW0
http://www.youtube.com/watch?v=AcmpwLkCa-[no linguaggio sms]
http://www.youtube.com/watch?v=LaNHhid6tNg
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fausto
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MessaggioInviato: Mar Apr 21, 2009 16:28    Oggetto: raduno e riunione Rispondi citando

raduno cavallo norico e riunione proprietari domenica 31 maggio 2009 ore 11 a San Giorgio di Nogaro udine
vedi detagli su
http://cavallo.forumer.it/cavallo-post-699788.html#699788
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fausto
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MessaggioInviato: Lun Lug 13, 2009 09:25    Oggetto: due cavalli morti nel Udinese Rispondi citando

il mal tempo dei giorni scorsi è stato inclemente. nei pressi di Villorba a 15 km da udine in un allevamento di cavalli norici. il mal tempo della settimana scorsa non è stato clemente. Un fulmine ha colpito 4 cavalli 3 norici e un rarissimo cavallo della foresta nera, togliendo la vita a due. la sorella dello stallone di moruzzo. Chiamati gli amici austriaci si scopre che 5 dei norici in malga hanno subito la stessa sorte. speriamo che quest'anno il tempo smetta di far vittime.
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fausto
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MessaggioInviato: Mar Lug 14, 2009 20:32    Oggetto: cucciolo norico giocherellone Rispondi citando

http://www.youtube.com/watch?v=n3k8PF6fnmU&feature=related
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fausto
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MessaggioInviato: Mer Lug 15, 2009 21:32    Oggetto: Rispondi citando

primo torneo cavalleresco di san giorgio concluso.
la manifestazione si è conclusa bene.hanno partecipato all evento anche dei cavalli norici con i quali si sono eseguite le canoniche dimostrazioni di tiro con il tronco e......udite udite. il torneo vero e proprio a pelo. risultato della gara
1° classificato il chiarisacco (stallone Grigio)
2° classificato il san giorgio (fattrice norica a pelo) colore raro grigio testa di moro
3° classificato il zellina con un quorter
4° classificato il nogaro quorter
5° concorrente squalificato

i video sono su you tube
http://www.youtube.com/watch?v=XSuWUfhbI8E
http://www.youtube.com/watch?v=qyZKn1_PtDM&feature=related

grazie a chi ha partecipato
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Towanda
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MessaggioInviato: Mer Lug 29, 2009 12:01    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Fausto ho appena dato un'occhiata a tutte le informazioni che hai postato e alle bellissime foto presenti in questo post! Io abito vicinissima a S. Giorgio! Dove tieni i cavalli? Credo di non aver mai visto dei norici dal vivo anche se prossimamente credo che andrò a trovare una signorina in provincia di Gorizia... Smile
Peccato aver letto del torneo di S. Giorgio troppo tardi altrimenti sarei venuta a vedere!
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fausto
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MessaggioInviato: Gio Lug 30, 2009 07:10    Oggetto: Rispondi citando

news.
domenica 16 e lunedi 17 li porteremo a torviscosa. alla festa no alcol. vieni pure. ah dimenticavao se vieni evita di bere gli intrugli , piĂą che bevande sembrano una vendetta.
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fausto
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MessaggioInviato: Gio Lug 30, 2009 07:15    Oggetto: Rispondi citando

dimenticavo : si faranno presto in friuli delle verifche genetiche sul cavallo norico. chiunque detenga norici in friuli può derci il suo nominativo. si tratta di un banale tampone di saliva ed è gratuito.
saluti Fausto
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Towanda
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MessaggioInviato: Gio Lug 30, 2009 10:22    Oggetto: Rispondi citando

fausto ha scritto:
news.
domenica 16 e lunedi 17 li porteremo a torviscosa. alla festa no alcol. vieni pure. ah dimenticavao se vieni evita di bere gli intrugli , piĂą che bevande sembrano una vendetta.


In teoria sono in ferie in quei giorni ma se posso passo super volentieri! Che festa c'è esattamente?
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fausto
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MessaggioInviato: Dom Ago 02, 2009 19:50    Oggetto: Rispondi citando

el perdon dal tor . se sei di qui non te lo traduco ciao fausto
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Towanda
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MessaggioInviato: Lun Ago 03, 2009 08:29    Oggetto: Rispondi citando

No infatti non occorre traduzione! Grazie spero di esserci! Wink
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fausto
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MessaggioInviato: Ven Ago 07, 2009 13:43    Oggetto: news Rispondi citando

non ho belle notizie.
sto per mandare una lettera ai ministeri ambiente e agricoltura, alle associazioni allevatori, a Zaia, alle universitĂ  e a chiunque centri conle razze in via d'estinzione.
segue il testo:
Oggetto: recupero razza in via d’estinzione/bassa diffusione del cavallo norico.


Con la presente lettera prendo atto e riferisco ai miei colleghi allevatori, che dopo un colloquio con la Dott.ssa Claudia Nocker, sembra che il cavallo norico in Italia non venga piĂą preso in considerazione per la valutazione morfologica. Questo dato, da quanto appreso, dovrebbe essere legato al fatto che i burocrati che gestiscono le pratiche, confinino in stati politici animali con territorio misto.
Sia io che parte dei miei colleghi gia contattati, siamo disposti a fare un azione congiunta di sensibilizzazione delle problematiche del norico. Problematiche che se non verranno accolte le valuteremo per prendere i nostri provvedimenti.
Questa presa di posizione del ministero dimostra qual è lo stato di preparazione sul cavallo norico sia a livello nazionale che locale. In questa lettera ho volutamente ironizzato sulla illogicità delle scelte semplicemente per rendere i concetti più diretti.

Per tutte le zone di lingua ladina , romancia , friulana il cavallo norico ha una valenza storica importantissima, perché è stato il perno economico culturale da sempre. Si parla dall'insediamento delle popolazioni celtiche e poi romane oltre 2000 anni fa. E’ un animale che non ha confini politici ma geografici e la sua trasformazione segue un processo culturale umano, ovvero è:
UN PATRIMONIO NATURALE E CULTURALE CONGIUNTO
TRA I PIU’ VECCHI D’EUROPA.

Se la loro logica territoriale ministeriale fosse corretta, non dovrebbero riconoscere come italiane le popolazioni umane che prima erano austriache, francesi e slovene.
Se lo fanno con il norico lo devono fare con molti italiani. Il ritiro delle carta d'identitĂ  , delle patenti, dei titoli di studio, della pensione sarebbe giustificato. Magari, i vecchi da noi in Friuli che cantano ancora le lodi a Checo Beppe (Francesco Giuseppe), troveranno sollievo in questa presa di posizione.
Io ho i testi storici originali del '31, di quando Ravenna ha fatto le prime analisi morfologiche del norico, con tanto di foto nomi e cognomi. (li ho presi all' asta in internet e parlano del Sud Tirol ma provengono da Ravenna, “che non è poi così a nord”). Ora , cosa facciamo di quei soggetti padri e madri di quelli attuali? li dichiariamo clandestini???
Capisco che per secoli il norico abbia riempito le scuderie vaticane che stanno nello stato pontificio, ovvero non in Italia. E’ forse questo pensiero che giustifica i confini?
Abbiamo perso le linee italiane a causa della meccanizzazione come il bello futa, Il florentinian ( nome che di sicuro non è austriaco), il caporettano friulano ed altri. Quanto dobbiamo essere incoscienti per perdere anche il resto? Questo cavallo ha fatto parte dell'ex impero romano, in tutto il medio evo era il cavallo dei cavalieri con armatura, nel rinascimento e diventato colorato per i nostri sfizi alla moda e ha dato i natali ai muli dei nostri Alpini . Forse i muli degli alpini sono stranieri? La prima ferratura chiodata è celtica, ed è alpina i ferri con chiodi ritrovati misuravano 13cm per 13cm, ovvero molto grandi per un cavallo dell’epoca precristiana. Come mai? Nella ferratura seguirono poco più tardi gli arabi. Va tenuto conto che la storia italiana ha ricevuto un impronta nazional-romana che non teneva conto delle realtà locali, tale imposizione ha romanizzato a livello scolastico tutto, producendo un mare di ignoranti o falsi istruiti. Il norico è stato per millenni il collegamento sulla via del sale (la Claudia Augusta) dal Danubio a Genova. Altre strade del nord Italia come la via Annia, la via Postumia, la via Iulia Augusta, la via Gemina la via Flavia portavano i materiali da Salisburgo a Venezia, Ravenna, Trieste, e in tutti i micro porti centro Nord Adriatici e nelle zone alpine . Le strade Annia, la via Postumia, la via Iulia Augusta, la via Gemina la via Flavia non hanno nomi Austriaci e sono in Italia.
Il cavallo da tiro in celtico non si chiama ne ippo ne equus, si dice Ciaval . La parola cavallo italiana deve dare tributo al più antico cavallo da tiro alpino. In lingua ladina cadorna si dice ancora ciaval, in romancio si dice ancora ciaval ma si scrive chaval, in ladino fassano si dice ciaval, e sicuramente in friulano è ciaval.
In definitiva la storia di questo cavallo è più italiana di molti italiani bipedi ed è in assoluto il patrimonio animale domestico più antico e di valore che abbiamo. In tutta questa storia la cosa buffa è che il registro genealogico è stato inventato dalla chiesa. Ma forse il fatto che il vescovo avesse un nome e cognome tedesco confonde. Ma allora il Papa?Ops!! ha un nome tedesco pure lui.
In Italia un “meticciamento” si definisce “razza” in moltissimi casi, allora qui la gente come me si sente presa per i “fondelli”.
Mentre l’Austria produce documenti UE noi produciamo il giornalino. Nell’atteggiamento italiano manca l’umiltà di riconoscere che una popolazione come quella austriaca abbia avuto una sana propositività morale,sociale e culturale nel difendere un animale che ha fatto parte di un territorio senza confinarlo in Austria. Il solo Friuli è stato austriaco per più di 500 anni ed è italiano in parte in parte da 143 anni e solo 62 anni per l'Istria, Trieste e il Goriziano .
I nostri colleghi austriaci, come noi, hanno subito la meccanizzazione ad hanno come noi perso buona parte del patrimonio genetico dell' equino. Negli ultimi vent'anni il loro processo di recupero ha fatto fiorire dei sistemi di allevamento che hanno portato il cavallo da una popolazione simile alla nostra a 10.000 capi . Questo ravvivamento economico è dato da un sistema che scarta chi detta il prezzo con il valore della carne, ed è da considerarsi etico per eccellenza.
Il concetto che un animale abbia confini politici e legato a menti che non hanno la piĂą pallida alba di che parlano. Perfino nella documentazione genealogica austriaca si riconoscono piĂą linee italiane.
Una linea è una sorta di cognome per difendersi dalla consanguineità. Le linee italiane sono estinte, ma sono pur sempre state mescolate con quelle austriache e difatto definiscono comunque un'unica razza. Non si sono inventate regole o eccezioni da paradosso che definiscano razza il meticciamento di due razze diverse.(a voi fare mente locale)
Attualmente il cavallo norico prende valore sulla base del soggetto nato e delle caratteristiche valutative dei genitori. Questo criterio valutativo certifica la qualitĂ  e determina il prezzo dei puledri nati.
Se questo sistema si interrompe,
il meccanismo si blocca
determinando l'estinzione di zona
dei soggetti per un mancato riscontro economico.

(Fatevi il conto delle fattrici e di quanti soldi farete perdere). Il lento accrescimento del cavallo non lo rende competitivo per la produzione di carne e di conseguenza la sua produzione è legata per lo più ad attività ludica e culturale. Inoltre i popoli che allevano questi cavalli tendono a non mangiare carne di cavallo e questo è frutto di culture equestri antiche che si tramandano inconsciamente tra padre e figlio. Per verificarlo basta ricavare una qualsiasi indagine sul consumo di carne equina in italia.
In Friuli e nel Veneto il piano rurale si basa su contributi sui nati da fattrici approvate .
In Friuli è stato costituito un nuovo personaggio giuridico, “L’allevatore custode un privato che preserva il DNA allo stato vivo”

I costi che sostiene un allevatore privato, (in Friuli definito allevatore custode), si aggirano sui:

1300€ di fieno l'anno (13,00€ al quintale)
120€ di mangimi anno
100€ di veterinaria (sotto quotati perché i cicli di sverminanti e le e la profilassi di rito è maggiore)
320€ di ferratura annui (per chi la fa)
160€ costo di una monta (non si considera l'apporto veterinario)
60€ costi veterinari sul puledro
200€ costi di propaganda e promozione dei soggetto presso fiere specialistiche.

2.260,00€ totale spesa annua di mantenimento fattrice



costo di un puledro di 6 mesi norico non valutabile morfologicamente è di 650,00€ (peso carne)

1.610,00€ è la perdita d'allevamento in mancanza di valutazione.

Un buon puledro a sei mesi con ottima genetica certificata, (le valutazioni degli avi sono scritte nei libretti), con bella struttura si vende dai 2400€ ai 3000€ . Chi sale fino ai15000€ si rientra in quel gruppo ristrettissimo di allevatori di altissima qualità o di animali rari.(le cifre sono per le femmine, se nasce maschio si va in perdita).
In Austria, in malga, un puledro di sei mesi con costo sotto i 1400€, è un cavallo tipicamente non valutabile per la riproduzione.

Non vengono inseriti i costi accessori per presentare l'equino.
Non vengono inseriti i costi di trasferta per l’approvazione.
Non vengono inseriti i costi di trasferta per la registrazione anagrafica.
Non vengono inseriti i costi dei paddock e dei box e cure mediche straordinarie

L'allevamento in malga è meno costoso, ma comunque fallimentare in assenza di valutazioni.
L'allevamento da parte di professionisti attrezzati costa di meno ma non da lucro per vivere.
Gli austriaci presentano i cavalli con un passaporto dell' UE con 5 discendenze genealogiche . Questo dato gli permette di controllare meglio l'emergere di caratteristiche dei manti non desiderate. In Italia le generazioni sono 4 e nel caso di mantenimento di una specifica pezzatura/manto non possono realizzare valutazioni sufficientemente oggettive aumentando di fatto l'errore.
L'apertura delle frontiere permetterebbe una congiunzione valutativa fra i due sistemi con affilia- mento tecnico al libro genealogico a mezzo di un ispettore italiano,

che tuteli il patrimonio italiano.

In questa maniera gli animali si confronterebbero con quelli austriaci senza venir deprezzati dai libretti, oppure ancor più grave completamente svalutati. Da questa valutazione risulta chiaro che lo scopo di lucro non è prioritario e l’allevatore è disposto a spendere per il mantenimento del cavallo come farebbe con il proprio cane. Ma i costi diventano alti quando si deve far funzionare il sistema di salvaguardia della razza, creando di fatto un lavoro per dare a terzi un puledro rimettendoci di tasca propria. I rischi derivati per la nascita di un puledro sono tali da non dare stimolo all’ allevamento. Mentre una buona base di gestione potrebbe rendere più accettabile la perdita di qualche euro valutando la vendita del puledro come aiuto al mantenimento del cavallo, e azione social culturale.

Con la presente lettera informativa di massima,
si chiede
un intervento urgente di attribuzione dei ruoli di controllo a personale che, prima di agire con scelte fuori luogo, si rivolga a chi opera nel settore e ne conosce le problematiche. L'unica particolarità che secondo me va tenuta in considerazione che le regole tra Italia/Austria/Svizzera/Slovenia debbano essere le stesse, altrimenti si penalizzano gli allevatori nel confronto tra stati, ovvero: "i nostri cavalli per gli austriaci valgono meno per la mancata chiarezza documentativa .”Questo è un nostro biglietto da visita che mostra la nostra poca serietà”. L’intento deve invece mirare ad una competizione sulla qualità che porti l’Italia a esprimere al meglio le proprie capacità di selezione, producendo animali commercialmente di livello alto. La competizione e la separazione tra stati è necessaria per la promozione del cavallo. Più la qualità è alta, più i cavalli risultano belli, più fanno “gola”. Questo stimolo deve creare i presupposti per accedere a mercati di elite. La struttura competitiva deve seguire un campanilismo a più livelli, comunale,provinciale, regionale,nazionale ed infine internazionale. E’ necessario che ogni livello di presentazione preservi e difenda i propri colori. Ed è necessario che l’Italia faccia la sua parte istituzionale in questa azione di recupero e promozione di questo patrimonio animale nazionale .


Si chiede
un adeguamento a standard internazionali, che prendano in considerazione la professionalitĂ  di chi il norico lo studia sia dal punto di vista storico, che scientifico/veterinario, sociale e di mercato.
Si chiede
che venga certificato che il norico è a tutti gli effetti: animale domestico più antico e di valore che abbiamo, e diventi “PATRIMONONIO NAZIONALE ALPINO”.

Si chiede
che vengano rilasciati degli standard di promozione del cavallo a tutte le associazioni, perché uno dei gravi pericoli che corre questa razza è l’oneroso mantenimento e una cattiva gestione del territorio. Gli allevatori spesso non sono in grado di gestire razionalmente le pratiche e si affidano ad associazioni che, solo se hanno personale attento e preparato riescono nell’intento di promuovere una razza commercialmente debole.
Le azioni di valutazione devono essere snelle e senza costi eccessivi.
Per fare un esempio lampante, in Friuli la spesa per una registrazione o valutazione per due cavalli è:
spesa annua con l’AAFVG 70/80€
trasporto e pagamento dei box per due cavalli nei luoghi di recupero dai 400€ agli 800€ .
l’AAFVG ai soci non fa pagare l’iva dei box (14,00€) ma se non si paga la quota associativa su due norici si risparmiano almeno 50-60€. Il contributo regionale è talmente restrittivo che lo rende inapplicabile, 3 gravidanze in 5 anni con soggetti che per il 50% devono essere inseriti in aziende che lo recuperino. 200€ di contributo a fronte di perdite di 1600€ l’anno con il rischio di non trovare il cliente adatto, perdere l’aiuto e trovarsi la cavalla permanentemente gravida.
La movimentazione del cavallo richiede patenti e mezzi professionali che sono un onere troppo grande per le famiglie dove i norici vivono.(il trailer non basta, i cavalli pesano troppo, serve un camion)
La definizione famiglia deve far capire che si tratta di persone che detengono il cavallo con le stesse modalità che si detiene un cane. Questo è un altro atto culturale da rispettare perché si tratta di animali d’affetto legati ad una cultura locale rovinata dal consumismo.
L’esborso di tali cifre da parte dell’allevatore può essere ridotto ad un pagamento di un tur all’ispettore/valutatore governativo, traendone un risparmio certo e una remunerazione sicura del valutatore.
La promozione del cavallo nelle zone di allevamento è semplice perché gli spostamenti degli animali entro i 15-30km si riescono a gestire meglio.
In questo modo si evita il rischio di incorrere in valutazioni frettolose degli allevatori (sensazioni e non dati di fatto), che vedono accentrare in singole manifestazioni i cavalli e obbligando la presenza per l’identificazione e l’apporto del microchip. Quest’atteggiamento oltre che improduttivo, (il Friuli ha più di 200 km di diametro), da l’impressione che: l’uso dell’immagine di animali in via d’estinzione e dei propri soldi da parte delle associazioni, sia finalizzato a sfruttare le risorse UE per lavori di recupero e promozione di fatto fallimentari .



Negli stessi protocolli si chiede
Che fino a che il norico non raggiunge il numero di capi italiani di sicurezza (10.000), tutte le azioni di gestione locale associative debbano mirare alla minor spesa possibile da parte dell’ allevatore. Questo dato è importante, perché attualmente si confondono i cavalli da concorso o gara che portano premi e lucro con i cavalli da famiglia. In tal modo non se ne favorisce la diffusione .
Un eccessivo lavoro di laboratorio per le fecondazioni artificiali costa. Si tratta di cavallo per la famiglia. Se si considera questo fattore determinante si aumentano i capi e il lavoro indotto. Un cavallo da 70.000€ mangia come uno da 3.500€.
Un cavallo da 3.500€ se lo possono permettere in molti specialmente se è facile la gestione burocratica.
Molti cavalli significa ridare vita al mercato equestre. (selle, carrozze,veterinari,mangimi, finimenti ecc.). Se si vuole risvegliare l’economia equestre servono azioni meno lobbistiche e maggiore umiltà. Gli esempi funzionanti ci sono e sono dati da persone che sanno effettuare un analisi profonda dello stato di fatto delle cose. A noi manca il senso di analisi e i risultati risultano evidenti da questa lettera.
Si chiede
Che venga realizzata una estensione sulle patenti di 300kg sui 3500kg previsti per la patente b, limitandone le velocitĂ  per il trasporto di cavalli di taglia superiore ai 600kg ad uso privato .

Conclusioni:
Il recupero della documentazione storica e storico genetica, lo stiamo eseguendo noi da privati. L’analisi storica è effettuata in collaborazione con professionisti italiani ed esteri. Quella del DNA con specialisti dell’università di Udine, la collaborazione spontanea e individuale degli allevatori del Friuli e degli archeologi locali che mettono a disposizione i reperti ossei, a partire dal 5000 a.C. per definire il percorso di trasformazione del cavallo.



La presente lettera è un documento che condanna la superficialità .
L’allevatore è l’ultimo anello della catena e non ha un rapporto diretto con chi gestisce le sorti delle varie razze. Questo lo obbliga a prese di posizione severe per evitare di diventare una banale pratica di mala-burocrazia . Certo che verrà presa in considerazione la presente, porgo


Distinti Saluti
Fausto Del Pin
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fausto
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MessaggioInviato: Ven Ago 07, 2009 13:45    Oggetto: news Rispondi citando

non ho belle notizie.
sto per mandare una lettera ai ministeri ambiente e agricoltura, alle associazioni allevatori, a Zaia, alle universitĂ  e a chiunque centri conle razze in via d'estinzione.
segue il testo:
Oggetto: recupero razza in via d’estinzione/bassa diffusione del cavallo norico.


Con la presente lettera prendo atto e riferisco ai miei colleghi allevatori, che dopo un colloquio con la Dott.ssa Claudia Nocker, sembra che il cavallo norico in Italia non venga piĂą preso in considerazione per la valutazione morfologica. Questo dato, da quanto appreso, dovrebbe essere legato al fatto che i burocrati che gestiscono le pratiche, confinino in stati politici animali con territorio misto.
Sia io che parte dei miei colleghi gia contattati, siamo disposti a fare un azione congiunta di sensibilizzazione delle problematiche del norico. Problematiche che se non verranno accolte le valuteremo per prendere i nostri provvedimenti.
Questa presa di posizione del ministero dimostra qual è lo stato di preparazione sul cavallo norico sia a livello nazionale che locale. In questa lettera ho volutamente ironizzato sulla illogicità delle scelte semplicemente per rendere i concetti più diretti.

Per tutte le zone di lingua ladina , romancia , friulana il cavallo norico ha una valenza storica importantissima, perché è stato il perno economico culturale da sempre. Si parla dall'insediamento delle popolazioni celtiche e poi romane oltre 2000 anni fa. E’ un animale che non ha confini politici ma geografici e la sua trasformazione segue un processo culturale umano, ovvero è:
UN PATRIMONIO NATURALE E CULTURALE CONGIUNTO
TRA I PIU’ VECCHI D’EUROPA.

Se la loro logica territoriale ministeriale fosse corretta, non dovrebbero riconoscere come italiane le popolazioni umane che prima erano austriache, francesi e slovene.
Se lo fanno con il norico lo devono fare con molti italiani. Il ritiro delle carta d'identitĂ  , delle patenti, dei titoli di studio, della pensione sarebbe giustificato. Magari, i vecchi da noi in Friuli che cantano ancora le lodi a Checo Beppe (Francesco Giuseppe), troveranno sollievo in questa presa di posizione.
Io ho i testi storici originali del '31, di quando Ravenna ha fatto le prime analisi morfologiche del norico, con tanto di foto nomi e cognomi. (li ho presi all' asta in internet e parlano del Sud Tirol ma provengono da Ravenna, “che non è poi così a nord”). Ora , cosa facciamo di quei soggetti padri e madri di quelli attuali? li dichiariamo clandestini???
Capisco che per secoli il norico abbia riempito le scuderie vaticane che stanno nello stato pontificio, ovvero non in Italia. E’ forse questo pensiero che giustifica i confini?
Abbiamo perso le linee italiane a causa della meccanizzazione come il bello futa, Il florentinian ( nome che di sicuro non è austriaco), il caporettano friulano ed altri. Quanto dobbiamo essere incoscienti per perdere anche il resto? Questo cavallo ha fatto parte dell'ex impero romano, in tutto il medio evo era il cavallo dei cavalieri con armatura, nel rinascimento e diventato colorato per i nostri sfizi alla moda e ha dato i natali ai muli dei nostri Alpini . Forse i muli degli alpini sono stranieri? La prima ferratura chiodata è celtica, ed è alpina i ferri con chiodi ritrovati misuravano 13cm per 13cm, ovvero molto grandi per un cavallo dell’epoca precristiana. Come mai? Nella ferratura seguirono poco più tardi gli arabi. Va tenuto conto che la storia italiana ha ricevuto un impronta nazional-romana che non teneva conto delle realtà locali, tale imposizione ha romanizzato a livello scolastico tutto, producendo un mare di ignoranti o falsi istruiti. Il norico è stato per millenni il collegamento sulla via del sale (la Claudia Augusta) dal Danubio a Genova. Altre strade del nord Italia come la via Annia, la via Postumia, la via Iulia Augusta, la via Gemina la via Flavia portavano i materiali da Salisburgo a Venezia, Ravenna, Trieste, e in tutti i micro porti centro Nord Adriatici e nelle zone alpine . Le strade Annia, la via Postumia, la via Iulia Augusta, la via Gemina la via Flavia non hanno nomi Austriaci e sono in Italia.
Il cavallo da tiro in celtico non si chiama ne ippo ne equus, si dice Ciaval . La parola cavallo italiana deve dare tributo al più antico cavallo da tiro alpino. In lingua ladina cadorna si dice ancora ciaval, in romancio si dice ancora ciaval ma si scrive chaval, in ladino fassano si dice ciaval, e sicuramente in friulano è ciaval.
In definitiva la storia di questo cavallo è più italiana di molti italiani bipedi ed è in assoluto il patrimonio animale domestico più antico e di valore che abbiamo. In tutta questa storia la cosa buffa è che il registro genealogico è stato inventato dalla chiesa. Ma forse il fatto che il vescovo avesse un nome e cognome tedesco confonde. Ma allora il Papa?Ops!! ha un nome tedesco pure lui.
In Italia un “meticciamento” si definisce “razza” in moltissimi casi, allora qui la gente come me si sente presa per i “fondelli”.
Mentre l’Austria produce documenti UE noi produciamo il giornalino. Nell’atteggiamento italiano manca l’umiltà di riconoscere che una popolazione come quella austriaca abbia avuto una sana propositività morale,sociale e culturale nel difendere un animale che ha fatto parte di un territorio senza confinarlo in Austria. Il solo Friuli è stato austriaco per più di 500 anni ed è italiano in parte in parte da 143 anni e solo 62 anni per l'Istria, Trieste e il Goriziano .
I nostri colleghi austriaci, come noi, hanno subito la meccanizzazione ad hanno come noi perso buona parte del patrimonio genetico dell' equino. Negli ultimi vent'anni il loro processo di recupero ha fatto fiorire dei sistemi di allevamento che hanno portato il cavallo da una popolazione simile alla nostra a 10.000 capi . Questo ravvivamento economico è dato da un sistema che scarta chi detta il prezzo con il valore della carne, ed è da considerarsi etico per eccellenza.
Il concetto che un animale abbia confini politici e legato a menti che non hanno la piĂą pallida alba di che parlano. Perfino nella documentazione genealogica austriaca si riconoscono piĂą linee italiane.
Una linea è una sorta di cognome per difendersi dalla consanguineità. Le linee italiane sono estinte, ma sono pur sempre state mescolate con quelle austriache e difatto definiscono comunque un'unica razza. Non si sono inventate regole o eccezioni da paradosso che definiscano razza il meticciamento di due razze diverse.(a voi fare mente locale)
Attualmente il cavallo norico prende valore sulla base del soggetto nato e delle caratteristiche valutative dei genitori. Questo criterio valutativo certifica la qualitĂ  e determina il prezzo dei puledri nati.
Se questo sistema si interrompe,
il meccanismo si blocca
determinando l'estinzione di zona
dei soggetti per un mancato riscontro economico.

(Fatevi il conto delle fattrici e di quanti soldi farete perdere). Il lento accrescimento del cavallo non lo rende competitivo per la produzione di carne e di conseguenza la sua produzione è legata per lo più ad attività ludica e culturale. Inoltre i popoli che allevano questi cavalli tendono a non mangiare carne di cavallo e questo è frutto di culture equestri antiche che si tramandano inconsciamente tra padre e figlio. Per verificarlo basta ricavare una qualsiasi indagine sul consumo di carne equina in italia.
In Friuli e nel Veneto il piano rurale si basa su contributi sui nati da fattrici approvate .
In Friuli è stato costituito un nuovo personaggio giuridico, “L’allevatore custode un privato che preserva il DNA allo stato vivo”

I costi che sostiene un allevatore privato, (in Friuli definito allevatore custode), si aggirano sui:

1300€ di fieno l'anno (13,00€ al quintale)
120€ di mangimi anno
100€ di veterinaria (sotto quotati perché i cicli di sverminanti e le e la profilassi di rito è maggiore)
320€ di ferratura annui (per chi la fa)
160€ costo di una monta (non si considera l'apporto veterinario)
60€ costi veterinari sul puledro
200€ costi di propaganda e promozione dei soggetto presso fiere specialistiche.

2.260,00€ totale spesa annua di mantenimento fattrice



costo di un puledro di 6 mesi norico non valutabile morfologicamente è di 650,00€ (peso carne)

1.610,00€ è la perdita d'allevamento in mancanza di valutazione.

Un buon puledro a sei mesi con ottima genetica certificata, (le valutazioni degli avi sono scritte nei libretti), con bella struttura si vende dai 2400€ ai 3000€ . Chi sale fino ai15000€ si rientra in quel gruppo ristrettissimo di allevatori di altissima qualità o di animali rari.(le cifre sono per le femmine, se nasce maschio si va in perdita).
In Austria, in malga, un puledro di sei mesi con costo sotto i 1400€, è un cavallo tipicamente non valutabile per la riproduzione.

Non vengono inseriti i costi accessori per presentare l'equino.
Non vengono inseriti i costi di trasferta per l’approvazione.
Non vengono inseriti i costi di trasferta per la registrazione anagrafica.
Non vengono inseriti i costi dei paddock e dei box e cure mediche straordinarie

L'allevamento in malga è meno costoso, ma comunque fallimentare in assenza di valutazioni.
L'allevamento da parte di professionisti attrezzati costa di meno ma non da lucro per vivere.
Gli austriaci presentano i cavalli con un passaporto dell' UE con 5 discendenze genealogiche . Questo dato gli permette di controllare meglio l'emergere di caratteristiche dei manti non desiderate. In Italia le generazioni sono 4 e nel caso di mantenimento di una specifica pezzatura/manto non possono realizzare valutazioni sufficientemente oggettive aumentando di fatto l'errore.
L'apertura delle frontiere permetterebbe una congiunzione valutativa fra i due sistemi con affilia- mento tecnico al libro genealogico a mezzo di un ispettore italiano,

che tuteli il patrimonio italiano.

In questa maniera gli animali si confronterebbero con quelli austriaci senza venir deprezzati dai libretti, oppure ancor più grave completamente svalutati. Da questa valutazione risulta chiaro che lo scopo di lucro non è prioritario e l’allevatore è disposto a spendere per il mantenimento del cavallo come farebbe con il proprio cane. Ma i costi diventano alti quando si deve far funzionare il sistema di salvaguardia della razza, creando di fatto un lavoro per dare a terzi un puledro rimettendoci di tasca propria. I rischi derivati per la nascita di un puledro sono tali da non dare stimolo all’ allevamento. Mentre una buona base di gestione potrebbe rendere più accettabile la perdita di qualche euro valutando la vendita del puledro come aiuto al mantenimento del cavallo, e azione social culturale.

Con la presente lettera informativa di massima,
si chiede
un intervento urgente di attribuzione dei ruoli di controllo a personale che, prima di agire con scelte fuori luogo, si rivolga a chi opera nel settore e ne conosce le problematiche. L'unica particolarità che secondo me va tenuta in considerazione che le regole tra Italia/Austria/Svizzera/Slovenia debbano essere le stesse, altrimenti si penalizzano gli allevatori nel confronto tra stati, ovvero: "i nostri cavalli per gli austriaci valgono meno per la mancata chiarezza documentativa .”Questo è un nostro biglietto da visita che mostra la nostra poca serietà”. L’intento deve invece mirare ad una competizione sulla qualità che porti l’Italia a esprimere al meglio le proprie capacità di selezione, producendo animali commercialmente di livello alto. La competizione e la separazione tra stati è necessaria per la promozione del cavallo. Più la qualità è alta, più i cavalli risultano belli, più fanno “gola”. Questo stimolo deve creare i presupposti per accedere a mercati di elite. La struttura competitiva deve seguire un campanilismo a più livelli, comunale,provinciale, regionale,nazionale ed infine internazionale. E’ necessario che ogni livello di presentazione preservi e difenda i propri colori. Ed è necessario che l’Italia faccia la sua parte istituzionale in questa azione di recupero e promozione di questo patrimonio animale nazionale .


Si chiede
un adeguamento a standard internazionali, che prendano in considerazione la professionalitĂ  di chi il norico lo studia sia dal punto di vista storico, che scientifico/veterinario, sociale e di mercato.
Si chiede
che venga certificato che il norico è a tutti gli effetti: animale domestico più antico e di valore che abbiamo, e diventi “PATRIMONONIO NAZIONALE ALPINO”.

Si chiede
che vengano rilasciati degli standard di promozione del cavallo a tutte le associazioni, perché uno dei gravi pericoli che corre questa razza è l’oneroso mantenimento e una cattiva gestione del territorio. Gli allevatori spesso non sono in grado di gestire razionalmente le pratiche e si affidano ad associazioni che, solo se hanno personale attento e preparato riescono nell’intento di promuovere una razza commercialmente debole.
Le azioni di valutazione devono essere snelle e senza costi eccessivi.
Per fare un esempio lampante, in Friuli la spesa per una registrazione o valutazione per due cavalli è:
spesa annua con l’AAFVG 70/80€
trasporto e pagamento dei box per due cavalli nei luoghi di recupero dai 400€ agli 800€ .
l’AAFVG ai soci non fa pagare l’iva dei box (14,00€) ma se non si paga la quota associativa su due norici si risparmiano almeno 50-60€. Il contributo regionale è talmente restrittivo che lo rende inapplicabile, 3 gravidanze in 5 anni con soggetti che per il 50% devono essere inseriti in aziende che lo recuperino. 200€ di contributo a fronte di perdite di 1600€ l’anno con il rischio di non trovare il cliente adatto, perdere l’aiuto e trovarsi la cavalla permanentemente gravida.
La movimentazione del cavallo richiede patenti e mezzi professionali che sono un onere troppo grande per le famiglie dove i norici vivono.(il trailer non basta, i cavalli pesano troppo, serve un camion)
La definizione famiglia deve far capire che si tratta di persone che detengono il cavallo con le stesse modalità che si detiene un cane. Questo è un altro atto culturale da rispettare perché si tratta di animali d’affetto legati ad una cultura locale rovinata dal consumismo.
L’esborso di tali cifre da parte dell’allevatore può essere ridotto ad un pagamento di un tur all’ispettore/valutatore governativo, traendone un risparmio certo e una remunerazione sicura del valutatore.
La promozione del cavallo nelle zone di allevamento è semplice perché gli spostamenti degli animali entro i 15-30km si riescono a gestire meglio.
In questo modo si evita il rischio di incorrere in valutazioni frettolose degli allevatori (sensazioni e non dati di fatto), che vedono accentrare in singole manifestazioni i cavalli e obbligando la presenza per l’identificazione e l’apporto del microchip. Quest’atteggiamento oltre che improduttivo, (il Friuli ha più di 200 km di diametro), da l’impressione che: l’uso dell’immagine di animali in via d’estinzione e dei propri soldi da parte delle associazioni, sia finalizzato a sfruttare le risorse UE per lavori di recupero e promozione di fatto fallimentari .



Negli stessi protocolli si chiede
Che fino a che il norico non raggiunge il numero di capi italiani di sicurezza (10.000), tutte le azioni di gestione locale associative debbano mirare alla minor spesa possibile da parte dell’ allevatore. Questo dato è importante, perché attualmente si confondono i cavalli da concorso o gara che portano premi e lucro con i cavalli da famiglia. In tal modo non se ne favorisce la diffusione .
Un eccessivo lavoro di laboratorio per le fecondazioni artificiali costa. Si tratta di cavallo per la famiglia. Se si considera questo fattore determinante si aumentano i capi e il lavoro indotto. Un cavallo da 70.000€ mangia come uno da 3.500€.
Un cavallo da 3.500€ se lo possono permettere in molti specialmente se è facile la gestione burocratica.
Molti cavalli significa ridare vita al mercato equestre. (selle, carrozze,veterinari,mangimi, finimenti ecc.). Se si vuole risvegliare l’economia equestre servono azioni meno lobbistiche e maggiore umiltà. Gli esempi funzionanti ci sono e sono dati da persone che sanno effettuare un analisi profonda dello stato di fatto delle cose. A noi manca il senso di analisi e i risultati risultano evidenti da questa lettera.
Si chiede
Che venga realizzata una estensione sulle patenti di 300kg sui 3500kg previsti per la patente b, limitandone le velocitĂ  per il trasporto di cavalli di taglia superiore ai 600kg ad uso privato .

Conclusioni:
Il recupero della documentazione storica e storico genetica, lo stiamo eseguendo noi da privati. L’analisi storica è effettuata in collaborazione con professionisti italiani ed esteri. Quella del DNA con specialisti dell’università di Udine, la collaborazione spontanea e individuale degli allevatori del Friuli e degli archeologi locali che mettono a disposizione i reperti ossei, a partire dal 5000 a.C. per definire il percorso di trasformazione del cavallo.



La presente lettera è un documento che condanna la superficialità .
L’allevatore è l’ultimo anello della catena e non ha un rapporto diretto con chi gestisce le sorti delle varie razze. Questo lo obbliga a prese di posizione severe per evitare di diventare una banale pratica di mala-burocrazia . Certo che verrà presa in considerazione la presente, porgo


Distinti Saluti
Fausto Del Pin
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Towanda
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MessaggioInviato: Ven Ago 07, 2009 14:34    Oggetto: Rispondi citando

Cavolacci che brutto. Sad
Cosa si può fare per risollevare la situazione?
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fausto
Cavallo


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Localitŕ: san giorgio di nogaro(udine)

MessaggioInviato: Ven Ago 07, 2009 17:58    Oggetto: Rispondi citando

questa lettera deve fare.
è una lettera di condanna e richiesta d'intervento. per ora si incazz....ranno poi mi malediranno e poi faranno come dico io se non vogliono che la notizia vada ai media.
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